L’ecografia prostatica transrettale permette di valutare ed esaminare le dimensioni e la morfologia della prostata, la ghiandola che arricchisce il liquido seminale di componenti essenziali.
Una sonda ecografica lubrificata che viene inserita nell’ampolla rettale del paziente e attraverso l’emissione di onde sonore ad alta frequenza, non udibili dall’orecchio umano e del tutto innocue per la salute, si formano immagini che vengono visualizzate su uno schermo apposito.
Per l’esecuzione dell’ecografia prostatica transrettale il paziente VIENE fatto sdraiare sul fianco destro, con le cosce flesse verso il petto.
Prima di introdurre la sonda, il medico effettua un’esplorazione con il proprio indice per verificare che non vi siano controindicazioni all’esame.
L’esame non è pericoloso né doloroso. L’ecografia prostatica transrettale ha una durata di circa 10 minuti.
Prima di eseguire l’ecografia prostatica transrettale non è necessario il digiuno.
L’esame richiede però che l’ampolla rettale sia completamente vuota. Per questo 3-4 ore prima dell’esame può essere praticato un clistere.
In alternativa, la sera prima o la mattina stessa, è possibile utilizzare una supposta di glicerina.
Se si assumono medicinali anticoagulanti o per fluidificare il sangue il medico può chiedere, in caso di biopsia, di sospendere la terapia una settimana prima dell'esame.
Per la stessa ragione, nei giorni precedenti l'indagine è bene evitare di assumere aspirina o altri farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).
Viene poi prescritto un antibiotico da iniziare prima dell'esame e continuare nei giorni successivi per prevenire il rischio di infezioni. Il giorno dell'esame non occorre stare a digiuno, si consiglia una colazione leggera.
Nelle ore che lo precedono, inoltre, è bene bere molto e non urinare in modo che la vescica sia piena, e sia più accurata la trasmissione delle onde attraverso i tessuti.
L’ecografia della prostata transrettale serve a:
Il rischio più significativo legato alla procedura è quello di infezioni, che tuttavia possono essere prevenute con un'adeguata profilassi antibiotica.
È bene comunque avvisare il medico se nei giorni immediatamente successivi dovesse comparire una febbre improvvisa.
Nei giorni successivi alla biopsia è invece normale un certo indolenzimento della parte.
Sì può verificare un sanguinamento uretrale nelle prime 24 ore dall'esame, mentre la presenza di sangue nelle urine o nel liquido seminale può proseguire per alcuni giorni o addirittura settimane.
Nelle 24 ore successive l'esame è quindi meglio evitare sforzi intensi, e astenersi per due-tre giorni dall'attività sessuale.
Dopo l'indagine si può riprendere la propria vita normale, avendo cura di ricominciare la terapia anticoagulante o fluidificante (se interrotta) dopo tre giorni dal test o quando non si hanno più perdite di sangue.
Più raramente il paziente può trovare difficoltà a urinare per un rigonfiamento della prostata.
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